Assistenza legale nel recupero crediti

Assistenza legale – recupero crediti – npl – utp – Fino securitization – DoBank – Amco – Onif – Intrum – Prelios

L’assistenza legale del debitore nel campo del recupero crediti è per molti una necessità estremamente attuale.

Il nostro Studio propone assistenza legale per coloro i quali (persone fisiche e società) vengano aggrediti da società come Fino securitization, DoBank, Amco, Onif, Intrum e Prelios o dalle società società di recupero credito e relativi legali da loro incaricati.

Sono ormai anni infatti, che i maggiori istituti bancari italiani, su impulso dei regolatori nazionali ed europei, stanno tentando di “ripulire” propri bilanci depurandoli dei crediti “incagliati” e dei crediti che probabilmente non potranno essere recuperati.

In linguaggio più tecnico, con riferimento ai crediti c.d. deteriorati si parla di NPL, acronimo di “non performing loan“; si tratta di crediti nei confronti di debitori (persone fisiche o società) in sofferenza oppure già insolventi.

Vi sono poi i c.d. crediti UTP, acronimo di “unlikely to pay“, vale a dire di improbabile pagamento.

Ci si riferisce, quindi, a posizioni in cui non vi è già un inadempimento (ad esempio, il mancato pagamento di rate di un mutuo) ma in relazione alle quali l’istituto bancario ritiene possibile un inadempimento adottando le decisioni conseguenti nei confronti del debitore.

Ebbene, molti istituti bancari italiani hanno ceduto e tuttora stanno cedendo a prezzi di sconto miliardi di Euro di crediti c.d. NPL e UTP a società come Fino securitization, DoBank, Amco, Onif, Intrum e Prelios.

Queste ultime società, ovviamente, non acquistano i crediti bancari deteriorati per beneficenza o per spirito di servizio.

Società come quelle sopra citate, infatti, hanno valutato con estrema attenzione i pacchetti di crediti deteriorati acquistati ed evidentemente ritengono che con una adeguata politica di recupero credito potranno recuperare ben maggiore denaro di quello speso.

Ovviamente, non tutti i crediti deteriorati garantiranno un profitto, ma alcuni crediti deteriorati nascondono un valore intrinseco che l’istituto bancario cedente non ha saputo vedere e/o sfruttare.

Si porta come esempio un caso esaminato dal nostro Studio.

La banca aveva ottenuto un decreto esecutivo ormai passato in giudicato nei confronti di una piccola società.

La società era fallita e nonostante l’insinuazione al fallimento la banca non era stata in grado di rientrare del capitale prestato.

Peccato che la banca non si era resa conto del fatto che il capitale prestato era anche coperto da garanzie fideiussorie sottoscritte personalmente dai soci persone fisiche della società.

Di tale circostanza si erano, invece, accorte il cessionario del credito e la società di recupero crediti che, dunque, hanno avviato la strada del recupero coattivo del credito nei confronti dei soci persone fisiche (i quali avevano un patrimonio aggredibile).

In un simile contesto, è certamente opportuno che gli sfortunati destinatari di diffide e/o altri atti giudiziari da parte di società quali Fino securitization, DoBank, Amco, Onif, Intrum e Prelios, nella ricorrenza dei necessari presupposti, si difendano in modo adeguato per tentare di evitare o, se non altro, tentare di limitare danni economici.

A tale riguardo, innanzitutto, è necessario evidenziare che le società di recupero credito adottano spesso e volentieri strategie molto aggressive che è necessario saper gestire con la dovuta fermezza e prontezza.

E’ significativo, ad esempio, il caso emblematico di un chi, a fronte di una condanna ineseguita risalente a numerosi anni addietro, ha ricevuto immediatamente il precetto, senza nemmeno una preventiva diffida (sostanzialmente la società di recupero crediti invitava a pagare una abnorme somma entro dieci giorni minacciando di avviare appena scaduto il termine l’espropriazione forzata).

Ma a prescindere da quanto sopra, è altamente consigliabile che chi viene aggredito da una società di recupero crediti si faccia assistere da un professionista di fiducia per la seguente ragione.

Nel caso dei crediti bancari “deteriorati” (NPL o UTP), spesso e volentieri si riscontrano criticità giuridiche tali da rendere in tutto o parte infondata la pretesa del cessionario del credito nei confronti dell’asserito debitore.

Del resto, non si vede perchè, altrimenti, il credito sarebbe da considerarsi davvero “deteriorato”.

Tutto ciò vale sia nella fase in cui il credito debba ancora essere accertato (ad esempio, prima che un decreto ingiuntivo diventi definitivo), sia in fase successiva alla eventuale condanna definitiva, essendo possibili le c.d. opposizioni all’esecuzione per fatti estintivi e/o modificativi successivi alla condanna.

Ugualmente, non bisogna trascurare l’opportunità di difendersi adeguatamente in sede esecutiva.